martedì 20 settembre 2005

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Scuole e religioni

(ispirato dai fatti legati alla chiusura dell scuola di via quaranta, a milano)

Premessa essenziale: Costituzione Italiana Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.


Adesso, o quest'articolo ha un senso, oppure rivediamo la carta fondamentale italiana. E' un fatto di rilevanza nazionale quello della chiusura della scuola islamica di via Quaranta a Milano, se anche esponenti del governo (e non solo il "ministro" Moratti) sono intervenuti in merito. Una chiusura che, ufficialmente avvenuta per questioni igienico-sanitarie, è diventata poi un caso per discutere di come, l'integrazione degli islamici, debba avvenire nel nostro paese. Segnalo a proposito, per informarsi dei fatti, quest'articolo di Repubblica, come tanti altri se ne possono trovare.

Non si tratta di discutere delle opinioni di destra o sinistra, anche perché, se a destra per vari motivi si accoglie la chiusura con soddisfazione in ogni spicchio della coalizione, a sinistra i pareri sono eterogenei come spesso accade a questa parte politica ogni volta che si affrontano argomenti meno "scientifici" e quindi più complicati del solito. Ragionare con semplicità non è quasi mai affare della politica, dove gli interessi legati a voti passati e futuri impediscono a menti forse affinate, ma certamente spesso senza scrupoli per il potere, di essere obiettivi e lucidi nel ragionare. Allora io ci provo a fornire un mio punto di vista, che ha almeno un pregio: non ha doppi fini.
Non so se la scuola di via Quaranta abbia condizioni igieniche e sanitarie idonee. Sono però sicuro che è stato solo un pretesto per chiuderla. Quella scuola era aperta da 6 anni, e se volessimo fare indagini accurate sulle condizioni di tutte le scuole, vi assicuro, soprattutto nel sud Italia e anche al nord, se ne chiuderebbero a centinaia! La scuola è stata chiusa per una questione "educativa", passatemi l'eufemismo, tanto che s'è parlato poi di: insegnamento della lingua italiana; parificazione della scuola; utilizzo della scuola statale per una migliore integrazione; ecc... . E' un caso politico, un pretesto per fomentare ulteriormente gli animi verso gli islamici, altro che storie! Nato, è importante aggiungerlo, per una minoranza esigua di persone di lingua araba residenti a Milano: circa 200 famiglie, o giù di lì. Ho resistito fino ad oggi a non scrivere di questo schifo, poi non ce l'ho più fatta. "Milano 3 milioni respiro di un polmone solo... Milano vicino all'Europa..." cantava Lucio Dalla oltre 20 anni fa, nella bellissima canzone dedicata alla mia città, infangata in questo momento da gente indegna a governarla, che pensa di difenderne l'identità creando attriti con minoranze che sono "minoranza nella minoranza". Al posto di dialogare con gl'islamici moderati si cerca lo scontro con chi più duramente è attaccato alle sue tradizioni. Ditemi, se non è stupidità questa, cosa lo è?

Io, personalmente, penso che la scuola pubblica è veramente, o almeno può esserlo laicamente, punto d'incontro e d'integrazione di religioni e culture. Come me la pensano la stragrande maggioranza degli islamici residenti a Milano e non solo. Però il mio paese, l'Italietta del bastone e della carota, è un paese che coi soldi pubblici finanzia migliaia di scuole private parificate che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono cattoliche. Quindi non solo accetta scuole a conclamata identità religiosa, che ricevono rette diciamo "importanti" dalle famiglie dei loro studenti, in più, siccome non basta... stop, mi fermo che rischio affermazioni luciferine! "Eh bhe, è la tradizione italiana, la nostra cultura radicata, che ci vogliamo fare", mi si può dire. "Va bene" dice l'iracondo ma sempre accomodante RobyDick, si passi anche questa, che però, come ogni eccezione genera poi, transitivamente, altre eccezioni. In base all'Art.3 succitato, in base a quanto il cattolicesimo imperversa sull'educazione dei ragazzi, in base a tutto ciò, con quale pretesto mi si vuol dire, in sostanza, che "I cattolici possono avere le loro scuole e gli islamici no!"? Dov'è finita la coerenza, l'intelligenza, l'obiettività?

Stabiliamo cosa un bambino, tra i 5 e i 10 anni, deve imparare, quali risultati raggiungere, diamo un margine di discrezionalità alle scuole, cattoliche, islamiche, pubbliche o altro che siano, per insegnamenti alternativi e integrativi da decidere, magari, insieme alle famiglie, diamo margini anche per gli statuti delle scuole, facciamo tutto quello che può servire a "...rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...", e facciamolo "...senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali." . E' scritto nella costituzione, eccheddiamine! E ci sono degli "omuncoli" che la vogliono cambiare questa costituzione, roba da rabbrividire.
Non me ne importa nulla se le condizioni igienico-sanitarie della scuola di via Quaranta erano idonee o meno. Non si impedisce a una scuola, aperta da anni sicuramente con molte difficoltà, di iniziare l'anno scolastico con un provvedimento che anticipa solo di pochi giorni l'inizio delle lezioni. E' un comportamento palesemente premeditato. Se avessero trovato i bagni di una scuola cattolica coi bacarozzi a far festa e le pantegane a giocare a dindolò, ve lo garantisco, avrebbero fatto pulizia e derattizzazioni, ma non avrebbero chiuso proprio niente!

Non sono islamico né islamista, non sono cattolico, non sono nemmeno cristiano, non me ne importa un accidenti soprattutto delle opinioni di quei politici burini e/o bigotti che hanno solo bisogno dei pannoloni perché se la fanno addosso ogni volta che devono esprimere un parere usando il cervello.

Sono un CostituzionArticoloTreista.

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